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A seguito di alcune dichiarazioni e rimostranze sollevate dalle Associazioni di settore dell’ordine dei medici oculisti circa le ambiguità degli Odg N.555 e n. 642, si è reso necessario per il Presidente Federottica Lombardia, Gabriella Pagani, fare chiarezza sull’elusività emerse. Si riporta pertanto di seguito la leggera inviata lo scorso 23 Luglio ai sigg. Federico Romani, presidente Consiglio Regionale Lombardia, Alessandra Balestrazzi, presidente Aimo, Teresio Avitabile, presidente Siso Ets, Giovanni Staurenghi, presidente Sol, e Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Milano.

«Egregi Presidenti,
con la presente vorremmo far luce sulle recenti ambiguità scaturite dalla formulazione degli OdG n.555 e n.642 al PDA 10 PSSL approvati dal Consiglio Regionale lombardo il 25 giugno scorso.

Con la massima trasparenza e sincerità possiamo affermare di non aver mai proposto a Regione Lombardia di effettuare visite oculistiche da parte degli ottici optometristi nei centri ottici né abbiamo intenzione di farlo in futuro, poiché attività medica che l’ottico optometrista non può evidentemente effettuare per legge, ma inoltre in contrasto con il codice deontologico della nostra professione.

Le nostre proposte presso Regione Lombardia iniziano nel 2015 con la presentazione, durante un convegno a Palazzo Pirelli, del “Report di analisi delle prestazioni degli ottici optometristi rimborsabili dal Sistema Sanitario Regionale” a cura del Crems – Università LIUC, diretto dal dott. Davide Croce. In questo documento in particolare si dimostrava come il codice “prima visita oculistica” fosse critico in termini di tempi di attesa e soprattutto come per oltre il 60% si riferisse in pratica a prestazioni puramente tecniche (misurazione della vista); il confluire sotto uno stesso codice di attività tecniche e mediche di diagnosi e cura, faceva e fa sì ancora oggi che si crei una sorta di imbuto delle richieste rispetto all’offerta.

La proposta del Crems, che Federottica Lombardia ha avanzato alla politica in questi anni, è di scorporare dal codice “prima visita oculistica” le prestazioni esclusivamente tecniche che rientrano nelle competenze dell’ottico optometrista, formulando nuovi codici nel SSR che riguardano prestazioni tecniche, in primis per l’esame refrattivo. Sarebbe molto utile anche concordare con la classe medica degli screening di base da effettuare alla popolazione per una prevenzione delle patologie oculari (a partire anche da un semplice test di Amsler) ed una informazione sui rischi di una mancata prevenzione e visita periodica dal medico oculista.

Bisogna riconoscere che in questi dieci anni la situazione dell’oftalmologia pubblica lombarda non è migliorata, anzi i tempi di attesa per una prima visita oculistica sono di almeno un anno e per l’intervento di cataratta di circa due anni (Askanews del 17/07/24). Ci dicono che gli oculisti non hanno più tempo negli ambulatori per prescrivere gli occhiali e che i bandi ospedalieri rivolti a medici oculisti vanno deserti.

Nella lettera della Spett. Conproso inviata a febbraio 2023 al Ministro della Salute e al Miur si legge che il numero degli specialisti in oftalmologia è congruo rispetto alla popolazione italiana, anzi più alto se confrontato con altri Paesi europei, ma c’è una forte carenza di personale tecnico nell’ambito della visione. Si legge dunque la necessità di aumentare il numero degli ortottisti-assistenti in oftalmologia che operano in ambiente ospedaliero, ma si chiede anche una territorialità che a breve non sembra fattibile per mancanza di professionisti, di strumentazione e di presenza capillare. Tutto ciò, limitatamente alle competenze professionali esclusivamente tecniche, Regione Lombardia può ottenerlo utilizzando gli ottici optometristi all’interno dei centri ottici, come accade negli altri Paesi europei.

In regime privato l’ottico optometrista è adeguatamente formato (corso di laurea in ottica e optometria), dotato di strumentazione, capillarmente distribuito sul territorio e può contribuire a supportare l’attività del medico oculista che potrà, in ambito pubblico, maggiormente dedicarsi alla diagnosi e alla terapia così da ridurre sia i tempi di attesa per le visite sia le cronicità. Con gli OdG approvati i centri ottici vengono riconosciuti come centri di servizi visivi sul territorio al pari delle farmacie.

Proprio nello spirito di poter migliorare il servizio al cittadino lombardo, ci siamo resi disponibili per progetti sperimentali in ambito tecnico e preventivo sperando in un’utile collaborazione con i medici oculisti. Lo scopo della nostra attività vuole essere proprio a supporto e per facilitare l’attività quotidiana d’eccellenza del medico oculista e del medico di base, ove possibile, per poter offrire al cittadino servizi visivi in tempi più adeguati e coerenti per un paese civile.

Ringraziando per l’attenzione e auspicando ad un prossimo lavoro comune, porgo i più cordiali saluti.

Gabriella Pagani,
Presidente Federottica Lombardia».

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